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(it) Italy, FAI, Umanita Nova #16-25 - La trappola del referendum. Si cambia con la lotta, non con il voto (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 2 Jul 2025 07:26:18 +0300
I referendum abrogativi previsti per le giornate dell'8 e 9 giugno, i
cui quesiti riguarderanno il reintegro sul posto di lavoro in caso di
licenziamento illegittimo, le indennità per i lavoratori licenziati
nelle imprese con meno di 15 dipendenti, i contratti a termine, la
responsabilità delle aziende committenti sugli infortuni nel lavoro in
caso di appalti e la riduzione del tempo necessario per richiedere la
cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri (da 10 a 5 anni),
sono ancora una volta un'arma spuntata per i movimenti sociali.
Il gioco referendario ha le sue regole ferree. Se si tiene conto che i
referendum sono soggetti ad un meccanismo per cui vengono invalidati se
non si raggiunge il quorum del 50% + 1 oltre, ovviamente, alla
maggioranza dei Sì, è capitato molto spesso che si risolvessero in un
nulla di fatto. Inoltre, la storia ci dimostra che quand'anche sono
stati soddisfatti tutti i requisiti, ecco che in diverse occasioni le
istituzioni si sono mobilitate per vanificarne i risultati. Ne è un
chiaro esempio il referendum sull'acqua pubblica, a distanza di oltre un
decennio totalmente ignorato e disatteso.
Ma la CGIL ha raccolto le firme necessarie e tutto è pronto per
procedere con la votazione.
Il sindacalismo confederale e concertativo - che da tanti anni opera per
la pacificazione sociale - persegue imperterrito il suo esclusivo
interesse, non certo quello delle classi sfruttate e oppresse. Il
famigerato "Pacchetto Treu" del 1997, che durante il primo governo Prodi
aprì le porte ad un inesorabile processo di precarizzazione del lavoro,
venne sostenuto dalle stesse forze partitiche e sindacali che oggi si
sgolano per la chiamata alle urne. Al tempo dell'approvazione del Jobs
Act e della cancellazione dell'articolo 18, la triade non fece certo i
salti mortali per ostacolare le politiche del governo Renzi, limitandosi
ad una flebile protesta simbolica. Pesanti riforme neoliberiste che
sancirono tagli ai servizi e privatizzazioni, vennero accettate a cuor
leggero. L'imperativo era ed è tutt'ora chiaro: il mantenimento dei
propri privilegi conta più del domani di chi tocca con mano miseria e
precarietà. La proposta dell'ultimo quesito, se possibile è ancora più
paradossale. Il pacchetto sicurezza targato Minniti-Orlando, il daspo
urbano per poveri e senza documenti, il piano di costruire un CPR in
ogni regione, gli accordi con la Libia al fine di facilitare i
respingimenti in mare, la chiusura dei porti e il blocco delle navi
delle ONG, furono opera della coalizione di centro-sinistra a guida Dem.
Non solo. I referendum sono a nostro avviso la cortina fumogena che
rischia di distogliere l'attenzione dal conflitto sociale, l'unico
terreno dove sfruttate e sfruttati possono ottenere risultati concreti.
L'unico terreno sul quale i sindacati di Stato non possono e non
vogliono impegnarsi.
Rispetto a tali dinamiche, serve una buona dose di consapevolezza e di
disincanto.
Serve aprire gli occhi sulla natura interclassista e perdente degli
strumenti offerti dalle istituzioni borghesi e impugnati dalle
burocrazie sindacali.
Le leggi non sono altro che il precipitato normativo dei rapporti di
forza nella società.
Se il referendum sul nucleare del 1987, svoltosi all'indomani del
disastroso incidente alla centrale di Chernobyl, si rivelò vincente, ciò
fu anche e soprattutto grazie agli scioperi, occupazioni e imponenti
iniziative di piazza. Perché conquiste non supportate da una
significativa campagna conflittuale, risultano effimere e precarie.
Solo attraverso una mobilitazione generale e diffusa è possibile
ottenere effettivi miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro
dei soggetti coinvolti. Solo rifuggendo la logica della delega e
praticando l'azione diretta si può fare in modo che il governo faccia un
passo indietro, ripristinando diritti e tutele da tempo smantellate.
Rinnoviamo il nostro impegno alla partecipazione sul terreno della lotta.
Costruiamo l'alternativa dal basso!
La Commissione di Corrispondenza della FAI
https://umanitanova.org/la-trappola-del-referendum-si-cambia-con-la-lotta-non-con-il-voto/
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A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
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(it) France, OCL CA #350 - "Noi non siamo i nostri genitori", sugli scioperi della PSA di Aulnay Presentazione del film documentario (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
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(it) Italy, FDCA: Alternativa Libertaria: Foglio AL Referendum (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
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