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(it) Italy, Sicilia Libertaria: LE COMUNITÀ VIRTUOSE (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 5 Apr 2024 09:53:34 +0300
Le comunità energetiche rappresentano un modello di società alternativa,
molto caro agli anarchici, poiché coniugano produzione, distribuzione e
consumo (settori economici separati nel mondo capitalista) e presentano
spiragli di vita potenzialmente alieni dalla tutela e dal controllo
degli Stati. ---- Tuttavia, come è successo in passato per il
mutualismo, il sindacalismo, il cooperativismo e il comunalismo sorti
dal basso, da esigenze reali delle masse popolari e dall'aspirazione a
una società libera ed egualitaria, anche le comunità energetiche
rischiano di venire totalmente invischiate nella palude statalista e
recuperate, in un modo o nell'altro, dai meccanismi che regolano le
attuali diseguaglianze politiche ed economiche.
La regolamentazione, appunto, è il veicolo principale per tale recupero.
Con la scusa di "dare una linea" e "fare ordine" si limita lo sviluppo
potenziale, autocentrato, coordinato e il più possibile gratuito, così
come di ogni fonte di vita, anche dell'energia comunitaria.
Questo il senso dei primi e dell'ultimo dei decreti governativi, che
pretendono limitare e riportare al controllo dello Stato, con l'ausilio
di cospicui finanziamenti (senz'altro allettanti ma di cui si può anche
fare a meno), un ambito della nuova economia proteiforme, fluido,
sfuggente, ma anche tendenzialmente opposto ai disegni governativi.
"Comunità energetica" significa difatti, essenzialmente, rifiuto delle
logiche dell'economia massificata, standardizzata, di scala, di rapina,
coloniale, dei cartelli e delle multinazionali, succube e complice
soprattutto, come i governi che li sostengono, delle compagnie
petrolifere e degli imprenditori nostrani del fossile e delle produzioni
inquinanti.
"Compatibilità" col sistema energetico nazionale: è questa la parola
d'ordine degli ultimi provvedimenti governativi; potremmo aggiungervene
un'altra: "integrazione" alle logiche di mercato; e finire con
"redditività economica crescente", ma sempre di nicchia, se comparata
agli affari miliardari garantiti a una riconversione "green" totalmente
asservita ai grandi gruppi industriali e commerciali, e agli interessi
geopolitici internazionali.
Eppure le "comunità energetiche" potrebbero consentire di sperimentare
realtà economiche completamente svincolate dalla burocrazia, gestite
direttamente dai cittadini (con processi decisionali partecipati e
trasparenti), supportate da innovazioni tecnologiche in parte già
esistenti, che rendano possibile, con una spesa contenuta e una facilità
d'impiego, non solo produrre energia in proprio ma scambiarla dal basso,
in un circuito virtuoso di reciprocità territoriali. Senza connubi
innaturali con gli attuali padroni dell'energia e senza ingerenze
filo-istituzionali.
Ciò sicuramente innescherà lotte di nuova generazione per realizzare,
mantenere l'autonomia gestionale e il controllo degli impianti.
Probabilmente servirà collegarsi con le lotte in corso contro i
megaimpianti invasivi, le devastazioni ambientali e lo sfruttamento
selvaggio delle risorse umane e materiali dei territori. Non si vince da
soli e senza il concorso delle popolazioni locali.
Come è stato per quelle forme di mutualismo, di sindacalismo, di
cooperativismo e di comunalismo che si sono emancipate da sé, anche
nelle comunità energetiche dovrà farsi spazio la coscienza di una loro
alterità al sistema dominante e la visione di un'alternativa sociale
praticabile, partecipata, tassello di una comunità umana ampia e
solidale che, a dispetto di tutto, cresce ogni ora che passa. Anche se
spesso non ce ne accorgiamo.
Natale Musarra
http://sicilialibertaria.it
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