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(it) Italy, UCADI #182: Verso la piccola Bretagna (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sat, 16 Mar 2024 09:14:28 +0200
A due anni dalle elezioni, vinte dal Sinn Fein, partito indipendentista
e repubblicano, l'Ulster si avvia ad avere un governo che dovrebbe
essere presieduto Michelle O'Neill, vicepresidente del Sinn Fein
dell'Irlanda del Nord, per la prima volta nella storia della regione.
Accanto a lei, in ogni occasione, Mary Lou McDonald la Presidente del
Sinn Fein della Repubblica Irlandese e vincitrice delle elezioni
svoltesi nel 2022 nel suo paese. ---- La crisi si era prodotta
all'indomani delle elezioni del 2022 quando gli unionisti del DUP,
(Democratic Unionist Party), partito di destra, decisero di uscire dal
Parlamento (Stormont) e dall'Esecutivo di Belfast per protestare contro
gli accordi commerciali sottoscritti dalla Gran Bretagna con l'Unione
europea dopo la Brexit.
La partecipazione del Dup alla formazione del governo in Irlanda del
Nord, è richiesta dall'Accordo del venerdì santo, che mise fine nel 1998
a trent'anni di conflitto fra cattolici e protestanti. Il compromesso
tra nazionalisti repubblicani e unionisti venne raggiunto con la
"condivisione del potere": L'Accordo stabilisce che il governo
dell'Ulster deve vedere la presenza di ambedue gli schieramenti:
pertanto al partito vincitore delle elezioni sarebbe andata la
presidenza e a quello di minoranza la vice presidenza, con poteri
sostanzialmente uguali.
La paralisi politica ha prodotto l'immobilismo del Parlamento e
dell'esecutivo, per cui molti dossier che riguardano la vita quotidiana,
come l'educazione e la salute, sono rimasti inevasi, creando forti
disservizi nella provincia. La conseguenza è stata che decine di
migliaia di impiegati pubblici nordirlandesi sono in sciopero per
chiedere l'aumento dei salari come del resto è avvenuto in tutto il
Regno Unito.
Ancora i dettagli dell'accordo raggiunto fra unionisti e Londra non sono
ancora stati resi noti, ma si ipotizza che contengano chiarimenti e
rassicurazioni sulle regole commerciali post Brexit che preoccupano gli
esponenti del Dup. Ad adoperarsi per il superamento della crisi è stato
il fascistissimo premier inglese Rishi Sunak,. preoccupato per il fatto
che il perdurare della crisi accelerasse l'uscita dell'Irlanda del Nord
dal Regno Unito e la riunificazione dell'Ulster con la Repubblica Irlandese.
Il governo britannico era sotto stress per la crescita del malcontento,
dovuto al fatto che un finanziamento di 3,3 miliardi di sterline (3,84
miliardi di euro), destinato a soddisfare le richieste di aumento delle
retribuzioni nel pubblico impiego non veniva versato nell'assenza di un
interlocutore istituzionale nord irlandese, dovuto alla mancanza di un
governo. Questa vertenza si inserisce nel contesto di una crisi sociale
che sta travolgendo il paese che è scosso da un'ondata di scioperi senza
precedenti, iniziati alla fine del 2022 e che sono continuati durante
tutto il 2023. Questi scioperi hanno coinvolto centinaia di migliaia di
persone appartenenti a diverse categorie lavorative, come quella degli
insegnanti e degli autisti dei mezzi pubblici, e nonostante le
specificità legate a ogni settore hanno tutti riguardato i tagli ai
servizi pubblici degli ultimi anni e il mancato adeguamento degli
stipendi al costo della vita. Particolarmente duri gli scioperi del
settore sanitario. Da marzo del 2023 i medici in formazione hanno
scioperato 28 giorni, per un massimo di quattro giorni di fila ogni
volta. Le ragioni sono il mancato adeguamento degli stipendi dei medici
specializzandi al costo della vita, i tagli alla spesa per la sanità
pubblica degli ultimi quattro governi conservatori e l'aumento
dell'inflazione, per cui il valore reale delle loro retribuzioni è sceso
del 26% fra il 2008 e il 2022. Nelle ragioni dello sciopero vengono però
anche menzionati i turni sempre più lunghi e l'aumento fra il personale
degli episodi di burnout, la sindrome di esaurimento psicofisico ed
emotivo in ambito lavorativo. Il risultato è il rinvio di 1.200.000 di
interventi.
Riunificazione e necessità di un referendum
La situazione politica in Irlanda del nord è particolarmente delicata a
causa del fatto che negli ultimi anni è cresciuta la componente
cattolica da un punto di vista demografico rispetto a quella unionista.
In questo senso il risultato elettorale certifica quando sta avvenendo e
segnala una crescita del consenso all'unificazione del paese. È del
tutto evidente che a contribuire a mutare l'orientamento dei cittadini
dell'Ulster è stata la Brexit poiché le difficoltà relative al doppio
regime doganale per le merci provenienti dal continente dirette
all'Irlanda del Nord e al resto del territorio del Regno Unito che la
situazione ha prodotto hanno messo in difficoltà l'economia
nordirlandese, rivelandosi un danno sia per gli unionisti per i cattolici.
Per giungere alla separazione dell'Ulster dalla Gran Bretagna la strada
c'è ed è quella di un referendum che dovrebbe coinvolgere gli abitanti
dell'Irlanda del Nord, oggi possibile nel momento in cui le due entità
politiche dell'isola sono entrambe governate dal Sinn Fein. Le leader
dei due paesi fanno parte del medesimo partito che decide le proprie
linee politiche a Dublino e non a Belfast.
Alla luce di quanto sta avvenendo confidiamo che presto vedremo
finalmente concludersi un processo di unità e indipendenza nazionale,
quella irlandese, che da due secoli coinvolge l'Europa. La
trasformazione della Gran Bretagna in piccola Bretagna, tanto più
piccola se si guarda alle aspirazioni indipendentiste della Scozia,
rimuoverebbe finalmente dal panorama politico europeo il peso e
l'influenza di una nazione che ha sempre svolto un'opera divisiva tra
gli Stati del continente, individuando nella sua unità politica una
minaccia per la sua indipendenza e i suoi obiettivi egemonici e imperiali.
G. L.
https://www.ucadi.org/2024/02/17/verso-la-piccola-bretagna/
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