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(it) Italy, Sicilia Libertaria #462 - La svolta storica del PKK per la pace e una società democratica (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Mon, 20 Oct 2025 08:57:11 +0300
Dal 30 giugno al 3 luglio ho partecipato a Istanbul in Turchia alla
"Conferenza internazionale per una soluzione pacifica alla questione
kurda e ponendo fine all'isolamento", e ho toccato con mano l'avanzato
processo politico iniziato con "l'appello per la pace e una società
democratica" lanciato dal presidente Abdullah Öcalan il 27 febbraio 2025
scorso. ---- La Conferenza si è tenuta in un hotel a piazza Taxim,
storico luogo di concentramento delle manifestazioni popolari della
metropoli turca.
Il clima politico che abbiamo trovato a Istanbul però non è stato dei
migliori, proprio nella centralissima via Istiklal nei giorni del
Convegno si sono svolte nutrite e violente manifestazioni di estremisti
islamisti (ben tollerate dalla polizia) che al grido "Allah akbar" hanno
assediato la sede del settimanale satirico turco "Leman", colpevole di
avere pubblicato una vignetta dove Maometto saluta Mosè con un tipico
saluto musulmano (Selam aleykum) e Mosè risponde con un tipico saluto
ebraico (Aleikhem shalom), mentre i due si stringono la mano. Offesa
grande, sacrilegio! L'edificio che ospita la redazione del giornale
satirico è stato più volte assaltato con lancio di pietre, rompendo le
finestre, e con la volontà di forzare la porta. La solerte polizia turca
si è limitata semplicemente a contenere gli assalitori islamisti e ad
arrestare l'autore della vignetta e altri tre giornalisti, fra cui il
responsabile della testata e due capiredattori. Molto preoccupanti le
dichiarazioni del ministro dell'Interno, Ali Yerlikaya, che annunciando
l'arresto dei giornalisti ha affermato: "Maledico ancora una volta
coloro che cercano di seminare l'ipocrisia dipingendo caricature del
nostro Profeta". Il ministro turco della Giustizia, Ylmaz Tunc, ha
dichiarato: "La mancanza di rispetto per le nostre convinzioni non è mai
accettabile". La Procura generale di Istanbul ha avviato un'indagine
giudiziaria per il reato di "offesa pubblica ai valori religiosi". Si è
ripetuta, anche se fortunatamente in modo meno cruento, la tragica
storia del settimanale francese Charlie Hebdo.
Lo Stato turco marca la sua tendenza islamista radicale e si mostra come
stato di polizia.
Questo il clima in cui si sono tenuti i lavori della "Conferenza
internazionale per una soluzione pacifica alla questione kurda e ponendo
fine all'isolamento".
Alla Conferenza, organizzata dal partito DEM (Partito dell'Uguaglianza e
della Democrazia dei Popoli), hanno partecipato una quarantina di
politici, attivisti, sindacalisti giunti dall'Europa, ma anche dal resto
del Mondo. Il DEM è stato rappresentato dal suo attuale copresidente
Tuncer Bakirhan e dalla vice presidente Ebru Gunay.
La conferenza è stata seguita dai maggiori mass media turchi che hanno
evidenziato l'importanza per tutta la società turca del processo di
pacificazione messo in atto dal PKK.
In un contesto, come quello Medio Orientale, incendiato dalle guerre,
segnato dallo sterminio del popolo palestinese, dall'integralismo
islamico e dall'estremismo intollerante e genocida sionista, la
decisione di porre fine, dopo ben 41 anni, alla lotta armata in Turchia
rappresenta un chiaro segnale di svolta rivoluzionaria per spingere la
società turca verso la democratizzazione e il rispetto di tutte le
minoranze etniche. La decisione del PKK di deporre le armi tende a
disarticolare i giochi di guerra e di sopraffazione e avviare un
processo che può essere d'esempio per la risoluzione dei conflitti che
incendiano quella parte del Mondo.
Mentre la guerra è tornata ad essere il mantra del modernismo
capitalista, il PKK, cambiando la sua forma di lotta, rompe con il
paradigma bellicista. Un passo tutt'altro che facile o garantito, un
passo che mette paura, apre spazi critici, fa emettere giudizi da parte
di chi preferisce ripetere un presente già sconfitto piuttosto che
rischiare per un futuro incerto.
La Conferenza di Istanbul ha dato un'accelerazione al processo di pace e
di trasformazione democratica dell'intera Turchia, il PKK sta facendo la
sua parte, ora tocca al Governo e al parlamento di Ankara fare i passi
necessari per la pacificazione partendo dalla liberazione di tutti i
detenuti politici, a partire dal presidente Öcalan.
L'11 luglio a Suleimaniye (Kurdistan iracheno) il "Gruppo per la Pace e
la Società Democratica", formato per accelerare il processo di
Cambiamento e Trasformazione Democratica, ha presenziato alla cerimonia
del disarmo e della distruzione delle armi da parte dei combattenti del
PKK. A Suleimaniye, con la presenza di testimoni, osservatori e media
internazionali, è iniziato il disarmo con la consegna delle armi da
parte di trenta combattenti del PKK. Un gesto, chiaramente simbolico,
che mira ad accelerare il processo politico in corso fra PKK e Governo
turco. In questo modo il PKK tende ad accelerare il dibattito
all'interno del Parlamento di Ankara per arrivare ad un largo consenso
sul testo di legge che legittimi il "processo di pace e democrazia".
"Per garantire il successo pratico del processo di "Pace e Società
Democratica", per condurre la nostra libertà, democrazia e lotta
socialista con metodi di politica legale e democratica sulla base
dell'emanazione di leggi per l'integrazione democratica, distruggiamo
volontariamente le nostre armi, davanti a voi, come passo di buona
volontà e determinazione. Ci auguriamo che questo passo porti pace e
libertà e abbia esiti propizi per il nostro popolo, per il popolo della
Turchia e del Medio Oriente e per tutta l'umanità, in particolare per le
donne e i giovani." ... "Data la crescente pressione fascista e lo
sfruttamento in tutto il mondo e l'attuale bagno di sangue in Medio
Oriente, il nostro popolo ha più che mai bisogno di una vita pacifica,
libera, equa e democratica. In un simile contesto sentiamo e
comprendiamo pienamente la grandezza, la rettitudine e l'urgenza del
passo che abbiamo compiuto."
"La fase raggiunta richiede l'adozione di nuove misure concrete", ha
detto il leader curdo Öcalan a proposito del processo di pace che
prevede lo scioglimento del Pkk, facendo riferimento a un ruolo che
dovrà avere il Parlamento per sviluppare una risoluzione della questione
curda in Turchia.
In un contesto internazionale segnato da guerre, distruzioni, stragi di
civili inermi, dal cuore dell'Europa, al Sahel, alla Palestina, mentre
assistiamo al riarmo dell'Europa e della NATO in sostegno di guerre
presenti e future, in un cupo quadro di scontro fra potenze imperialiste
globali (USA, Russia, Cina) e potenze territoriali (Turchia, Israele,
Iran), con la tracotanza di leader guerrafondai come Putin, Trump,
Khamenei, Netanyahu, von der Leyen, la politica "per la pace e una
società democratica" lanciata con l'appello di Öcalan rappresenta un
deciso cambio di paradigma, una reale rivoluzione che va sostenuta dai
libertari e da tutti gli internazionalisti.
Renato Franzitta
https://www.sicilialibertaria.it/
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