(it) ELEZIONI 97 : L' UNICO PARTITO BUONO E' QUELLO MORTO

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Mon, 03 Nov 1997 22:31:17 +0100


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ELEZIONI 97 : L' UNICO PARTITO BUONO E' QUELLO MORTO

Parafrasando un'assioma cinematografico vogliamo entrare nel merito dello spettacolo elettorale che si va allestendo.Questo documento vuole essere la parziale sintesi di un dibattito che verte sostanzialmente attorno a due passaggi. Da una parte, l'astensionismo di principio verso qualunque forma di partecipazione alla democrazia rappresentativa e, dall' altra, un esteso tentativo di cooptazione che ci vede affatto concordi.=20 Noi pensiamo che, come storicamente dato, le forze antagoniste operaie e proletarie possano occasionalmente adoperare gli spazi e gli strumenti che il rapporto di forza tra le classi determina senza per questo scambiare il mezzo con il fine, ossia trasformare lo scontro in mediazione, da attuarsi nelle sedi istituzionali dove l'autonomia del politico pone la decantazione dei conflitti reali. L' illusione di partecipare a questo spettacolo senza entrarne nella logica si scontra ,oltre che nel raziocinio, anche nelle lezioni del passato, come ad esempio l'agonia elettoralistica della fu' sinistra extra-parlamentare che,a furia di spingersi sul terreno della rappresentazione del conflitto di classe =E9 finita, nei suoi epigoni, a fare da marionetta nel teatrino craxiano di non lontana memoria. L' astrazione nella politica porta alla estraniazione dalla politica, con il solo risultato di consegnare all'ordine sociale la delusione di quanti non trovano di meglio che delegare la rappresentazione dello scontro senza continuare ad esserne i soggetti protagonisti.=20 Questo vale per chi si illude che nel modificarsi dello stato-nazione che de-localizza i centri di comando si possano inserire discorsi particolaristici di cambiamento legati ad una visione delegata del potere e accompagnati da una virata a 180 gradi sulle trasformazioni sociali. Si da' vita cosi' al repentino passaggio ideologico dal socialismo in un solo Paese ad una forma ancora non ben definita di socialdemocrazia in un solo Comune.Vale anche per chi pensa di poter utilizzare a proprio vantaggio l'apparato nazionale di un partito fondato e diretto da ben piu' navigati nocchieri che del trasformismo hanno fatto religione. =20 Per quanto riguarda poi le amministrative romane e' sotto i nostri occhi l'operato di una giunta che accreditandosi come alternativa alla destra e ai poteri forti calamito' anche il voto di settori antagonisti ma e' cresciuta volgendo occhi e cuore a quei poteri che dichiarava di voler combattere. E' in questa prospettiva l'interesse per il Giubileo e l'accordo con i palazzinari romani, da sempre spina dorsale della destra piu' nera, i lavori di facciata e la privatizzazione delle aziende comunali, l'uso e l'abuso del precariato e gli sgomberi per finire con la tragica politica verso gli zingari e le comunita' immigrate.Quattro anni passati ad inseguire senza pudore il voto moderato,superandolo anzi , come nel caso dei Cobas dell'Atac di cui il sindaco in persona ha chiesto la testa, in barba anche alle leggi di uno stato non certo operaio e socialista. Cos'=E8 tutto questo, se non la corrispondenza locale di una politica nazionale che per mano del centrosinistra sta attuando la trasformazione neo-liberista della forma stato, facendo ingoiare il rospo agli strati popolari in nome di un'idea sublimata dell'Europa e dell' Unita' Nazionale cosi' come, negli anni settanta, la difesa dello Stato contro il "terrorismo" e' servita a mascherare l'accellerazione della marcia di avvicinamento dell' ex partito comunista alla logica del capitale e il suo arruolamento a difesa del profitto. In questa situazione va rovesciata la richiesta di partecipazione alle elezioni, posta da chi nonostante tutto vuole trovare spazi nell' apparato di gestione del potere e cerca di far apparire la scelta di rigetto elettorale come una logica qualunquistica e perdente, avendo trovato il luogo dove esprimere il suo antagonismo istituzionale.La domanda da porre = =E9 sul perche' partecipare, se evidentemente in cambio di piccole o piccolissime briciole di potere o di interdizione, viene richiesta l' accettazione complessiva del sistema e l'affermazione della delega come unico metodo di partecipazione politica.Tutto questo ci e' estraneo. La nostra idea della politica e' inscindibile dalla partecipazione diretta e cosciente dei soggetti rivoluzionari e in questo la nostra astensione assume aspetti strategici e non tattici.Come mezzo d'informazione , al di fuori di propagande elettoralistiche, vogliamo garantire informazione e dibattito,ma, proprio per la natura particolare di questa radio, non vogliamo esimerci dal dire la nostra su questo passaggio elettorale.=20

LA REDAZIONE DI RADIO ONDA ROSSA =20

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