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(it) Italy, FDCA, Cantier #24: Autogoverno e resistenza: la Casa delle Donne Lucha y Siesta (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sun, 7 Apr 2024 07:50:41 +0300
La Casa delle Donne Lucha y Siesta è uno spazio di relazione femminista
e transfemminista in cui si elaborano, sperimentano e praticano
politiche di genere e di commoning intersezionali. E' attiva dall'8
marzo del 2008 nel VII Municipio di Roma, nella periferia sud-est della
città, come centro antiviolenza, casa di accoglienza per donne in
percorsi di fuoriuscita dalla violenza, polo culturale, luogo di
confronto e crescita collettiva. ---- Una Casa accogliente ---- Sin
dalla sua nascita la Casa delle Donne Lucha y Siesta è diventata un
luogo di riferimento per il contrasto alla violenza di genere. Questo
stesso obiettivo è il motivo per cui si è formata la comunità che ha
rimesso a valore nel quartiere popolare del Quadraro uno stabile
abbandonato da decenni: le donne che quel giorno hanno varcato il
cancello di via Lucio Sestio 10 venivano dal movimento per la casa, dal
femminismo, dal contrasto alla violenza e avevano capito che l'autonomia
delle donne e delle loro scelte veniva spezzata proprio all'intreccio di
queste istanze. Al momento di dover andare via di casa per uscire dalla
situazione violenta, le alternative - le case, i posti per vivere -
erano terribilmente insufficienti.
Lucha y Siesta nasce per questo, per questo esiste 16 anni dopo, e per
questo è un luogo irrinunciabile: la violenza di genere è trasversale,
sistemica, strutturale e stratificata, i posti per l'accoglienza sono
ancora terribilmente insufficienti così come i luoghi, materiali e
simbolici, per praticare alternative possibili e necessarie.
Il nostro progetto è uno dei pochi in questa città a promuovere la
cultura femminista e transfemminista e a sopperire seppur in minima
parte alla mancanza di posti letto in casa-rifugio per persone che
fuoriescono dalla violenza, che a Roma dovrebbero essere almeno 350.
La violenza di genere è un fenomeno complesso che richiede strategie
trasversali; gli stereotipi sessuali e di genere producono una
percezione rigida e distorta della realtà, basata su pregiudizi che
costringono le persone in categorie ristrette di cosa è accettabile e
cosa no. L'iceberg della violenza mostra l'esistenza di un rapporto
causale fra stereotipi, microsessismo, linguaggio sessista, umiliazione,
abuso fino al femminicidio che costituisce la punta emersa di un
fenomeno ben più ampio e per lo più sommerso. A partire da questa
consapevolezza, la Casa delle Donne Lucha y Siesta progetta e realizza
attività di sensibilizzazione, educazione, formazione e autoformazione
dal basso alla sessoaffettività, in particolare rivolte alle/ai più
giovani, anche con progetti all'interno delle scuole, per innescare
riflessioni sulla questione di genere.
Lucha è...
L'assemblea di gestione, improntata a criteri di orizzontalità, funziona
come raccordo tra le tante progettualità che attraversano la Casa. Lucha
y Siesta è: sportello antiviolenza, progetti di autonomia e inclusione
sociale di donne vittime di violenza, formazione per operatrici e
mediatrici culturali specializzate nell'accoglienza di donne migranti
richiedenti asilo e rifugio, sensibilizzazione e contrasto agli
stereotipi di genere attraverso i linguaggi del cinema e del teatro,
ludoteca aperta a bambin? e ragazz? del quartiere e al gruppo di minori
accolt? nella Casa, accompagnamento e sostegno alla genitorialità, corsi
di canto, teatro, cucito, yoga, italiano e lingue straniere, biblioteca
e sala studio, nodo dell'economia circolare fuori dalle logiche
capitaliste, laboratorio di sartoria per creare lavoro e autoreddito,
spazio di scambio per chi vuole prendere o portare qualcosa, giardino e
spazio aperto al territorio, a momenti di incontro e spazio politico di
cura, progettazione di giochi autoprodotti, giochi all'aria aperta, orto...
Tutto questo è ispirato da un sentimento e da una pratica attraverso cui
costruiamo il "noi" intersezionale del transfemminismo; un noi che
include donne, persone trans, non binarie, intersex, queer, lesbiche,
bisessuali, gay, poliamorose, asessuali, aromantiche e chiunque, pur non
riconoscendosi in queste parole, si sottragga alla norma binaria ed
eterosessuale imposta.
Autogoverno, dialogo e radicalità
La nostra dichiarazione di Autogoverno è frutto di un lavoro collettivo
e cooperativo; durante i laboratori di progettazione partecipata, svolti
tra settembre 2020 e aprile 2022, un'ampia comunità l'ha elaborata e
scritta seguendo due direttrici: riconoscere l'esperienza accumulata
negli anni di vita di Lucha y Siesta e rilanciare la nostra pratica
politica, immaginando nuove traiettorie e connessioni.
Questa dichiarazione è situata nel nostro qui e ora e contemporaneamente
prende senso dal nostro orizzonte più ampio, aperto a tempi e luoghi
diversi, sempre orientato alla trasformazione dell'esistente. Lucha bene
comune transfemminista è di per sé processo, la sua comunità si
definisce attorno a pratiche e saperi in continua elaborazione. Basata
sulla comunità, la vita dinamica, la politica prefigurativa e l'utopia
quotidiana, Lucha y Siesta si situa, dunque, nel contesto mutevole del
presente senza smettere di immaginare e generare orizzonti.
In questo senso il nostro agire politico si esplica anche attraverso
l'interlocuzione e il confronto, anche conflittuale, con le istituzioni,
tenendo insieme i livelli del dialogo e della radicalità.
Nel corso dei 16 anni di nuova vita per l'immobile, sono stati diversi
gli attacchi da parte delle istituzioni. Per citare i fatti più recenti,
nel 2019 arrivò la seconda denuncia per occupazione e la richiesta di
sgombero da parte dell'ATAC, società municipalizzata dei trasporti,
quindi al 51% di proprietà del Comune, e proprietaria dello stabile.
Obiettivo di ATAC era infatti quello di mettere tutti gli immobili di
sua proprietà all'asta per coprire i suoi gravi deficit di bilancio,
senza fare differenza tra quelli effettivamente ancora inutilizzati e
quelli invece liberati dall'abbandono. Nullo fu il supporto del Comune,
allora a guida Raggi, che in nome della legalità ha disconosciuto il
valore dell'esperienza di Lucha y siesta.
A quel punto, essendo da poco passata dal Consiglio regionale la
Delibera sui Beni Comuni, partì una campagna cittadina, "Lucha alla
città", che puntasse sul riconoscimento della Casa delle Donne Lucha y
Siesta come Bene Comune, e che coinvolgesse la Regione nell'asta
pubblica. Dopo diverse aste andate a vuoto il 5 agosto del 2021
l'immobile è stato acquistato dalla Regione e durante l'anno successivo
è stata scritta una convenzione, passata a settembre 2022, che concede
lo stabile all'associazione riconoscendone il valore sociale e culturale.
Mentre ad oggi il processo per l'occupazione è finito e la nostra
associazione è stata assolta, la Regione, pochi mesi dopo il cambio di
giunta da Zingaretti a Rocca, ha ora deciso di ritirare la convenzione e
mettere a bando (quindi sgomberare) lo stabile, mettendo nuovamente a
rischio l'esperienza della Casa.
Riteniamo queste scelte politiche in contraddizione con le dichiarazioni
delle istituzioni contro i femminicidi, che in questo modo giustificano
invece a livello narrativo e culturale la violenza di genere. La nostra
richiesta è che sia mantenuta la proprietà pubblica e che venga
riconosciuta e valorizzata la funzione sociale e politica della Casa.
Intersecare le lotte
E' necessario prendere voce e rispondere in maniera militante di fronte
all'offensiva ideologica del movimento pro-life e dell'attuale governo.
Nel 2016 siamo state con il Nodo di Roma tra le fondatrici di Non Una Di
Meno. Il movimento femminista e transfemminista è portatore insieme a
quello ecologista e antirazzista delle tre istanze globali di questo
secolo, che stanno dichiarando che questo sistema non funziona.
Attraverso il dialogo e il riconoscimento reciproco è possibile
l'intersecarsi tra questi movimenti e il movimento di classe sul piano
dell'anticapitalismo, in una prospettiva intersezionale che potrebbe
unire tutte le lotte contro l'oppressione.
I sindacati di base hanno già proclamato, come negli ultimi 8 anni, lo
sciopero dell'8 marzo. La CGIL, specie dopo la grande partecipazione
alla manifestazione contro la violenza di genere convocata da Non Una Di
Meno il 25 novembre scorso, sta discutendo sull'opportunità di aderire o
meno. E' tempo che si inneschi un cambiamento, riconoscendo che lo
strumento dello sciopero è anche uno strumento per affermare la
questione di genere.
Ringraziamo le compagne Viola e Simona, attiviste della Casa delle Donne
Lucha y Siesta.
Per conoscere le attività di Lucha: https://luchaysiesta.org.
http://alternativalibertaria.fdca.it/
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