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(it) Italy, Umanita Nova: Sotto una crollata di cemento (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 20 Mar 2024 09:27:34 +0200
Numeri. A questi numeri la città di Firenze forse, dicono, non era
abituata. Certo è che li ha presto metabolizzati, questi numeri, e non
ha fermato le sue attività. Giornali, televisioni e social ci hanno
prontamente via via sepolto sotto una caterva di numeri: numeri di
vittime, di età delle vittime, di quanti kilometri erano lontane da
casa, delle ditte in appalto, delle ditte in subappalto, di metri
lineari, di metri cubici, di tonnellate, di ore che passavano, di mezzi
impiegati, di bambini che non c'erano, di tempi di consegna, di
irregolarità, di norme non rispettate, di quanto fanno comodo gli
immigrati. E ogni numero deve colpire, impressionare, commuovere,
vendere. E grazie anche alla sindemia denominata covid, il neologismo
"doomscrolling" era prepotentemente entrato tre anni fa nei dizionari
italiani.
Firenze è però una città che permette, contro ogni logica, buonsenso e
compartecipazione delle decisioni, di far costruire un supermercato dove
ce ne sono già uno a 150m di distanza, un altro a 400m, un altro ancora
a 600m (tutti della concorrenza) nonché altri due della stessa catena
responsabile del disastro nel raggio di un chilometro. Quello in
costruzione, nonostante le proteste di molta gente del quartiere e di
associazioni ambientaliste, avrebbe inoltre appesantito la già
problematica circolazione automobilistica coinvolgendo una delle
principali direttrici di accesso al pronto soccorso dell'ospedale di
Careggi.
Di nuovo assistiamo alla divisione economica, civile e sociale della
città e alla sua spartizione: nel centro storico imperversano i
supermercati di piccole dimensioni - ma alquanto costosi - di alcune
catene che stanno sistematicamente sostituendosi ai vecchi negozi di
vicinato. In periferia, invece, dove si possono costruire supermercati e
centri commerciali di grandi dimensioni e parcheggio, si consuma la
guerra tra i due principali colossi della grande distribuzione. E se
Unicoop Firenze mantiene saldamente il primato per convenienza e
rapporto qualità/prezzo, Esselunga usa da tempo una aggressiva campagna
pubblicitaria e di reperimento di concessioni e licenze per sottrarre
territorio e giro d'affari all'avversario. L'ingannevole
argomento-miraggio della maggior convenienza, del "risparmio", è quindi
riservato a chi negli anni ha dovuto trasferirsi in quartieri più
economici e meno pregiati nel mercato immobiliare. Allo stesso modo è in
periferia che vengono introdotti, per la raccolta differenziata dei
rifiuti, i cassonetti che necessitano di chiavetta per l'apertura in
dotazione ai soli "residenti e iscritti alla Tari". Operazione
impensabile nel centro storico popolato ormai solo da "gente di
passaggio". I risultati in termini di effettivo aumento del
differenziamento dei rifiuti o del loro abbandono come e dove capita non
tarderanno a manifestarsi.
Altre realtà cittadine hanno già commentato sull'assopimento delle
coscienze, sul bisogno di approcci diversi al lavoro, alla merce, alla
vita stessa. I presidi davanti alla prefettura hanno visto la
partecipazione di 300-400 persone, il venerdì stesso del disastro, con i
sindacati confederali (ma non solo) e di circa 150-200 lunedì mattina
con sciopero dell'intera giornata nel settore privato indetto dai
sindacati di base (lasciati un po' soli, a dire il vero).
A margine, ma in fin dei conti, è proprio questa stessa città,
ineffabile e dalla memoria corta, la mandante della propria rovina e di
questa strage di lavoratori: è da molto prima dell'invenzione di Google
che le cronache vedono Esselunga al centro di innumerevoli vicende di
condotte antisindacali, di mal-trattamento di lavoratrici e lavoratori,
di incidenti di cantiere, di dubbie manovre finanziarie.
Innumerevoli. Almeno ricordarselo.
Anarcobaleno
https://umanitanova.org/sotto-una-crollata-di-cemento/
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A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
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