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(it) Italy, Sicilia Libertaria: Apertura - Autonomia differenziata. Ricchi contro - La grande rapina al Sud (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 20 Mar 2024 09:27:21 +0200
Non fidandoci della classe politica e del nostro bel governo regionale
di centro destra guidato dallo Schifoso non riponevamo fiducia alcuna
sulle modalità con cui costoro avrebbero utilizzato le somme del Fondo
di sviluppo e coesione destinati alla Sicilia (assieme alla Calabria
1600 milioni complessivi) e scippati dal governo dei loro consimili di
Roma per stornarli nel pozzo senza fondo del Ponte sullo Stretto ( e
pertanto alle imprese del nord). Il Fondo Coesione, infatti, alimentato
da fondi statali ed europei, dovrebbe avere lo scopo di attuare
politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e
territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali
all'interno dell'Unione Europea. Ma i marpioni del governo hanno pensato
bene di dirottarli verso un'opera tutto fumo e niente arrosto, cioè
spartirseli tra gli amici degli appalti e subappalti per le opere
terrestri del fantomatico ponte, vendendo questo come l'elemento di
"coesione e sviluppo" tanto atteso dal Sud. Anche i fondi di altre
regioni meridionali sono finiti al Nord, destinati al piano "transizione
5.0" che elargisce sussidi alle imprese (quasi tutte ubicate al
settentrione) grazie all'interessamento dei ministri del centro-destra,
ribaltando quella percentuale che destinava al Nord solo il 20%.
Se è per questo, non ci fidiamo neanche del termine "sviluppo", che ha
solo significato acuire il sottosviluppo e la marginalità territoriale
del Mezzogiorno e far sviluppare i capitali di imprese nazionali e
multinazionali e convogliare risorse meridionali verso le regioni ricche
del Centro Nord.
Questo non è che un solo aspetto, e neanche il più truce, di quel che
significa l'autonomia differenziata per le regioni meridionali, e per la
Sicilia che vanta già un'autonomia costruita ad uso e consumo del
clientelismo democristiano e politicante e del colonialismo
capitalistico settentrionale coi pupi dislocati in loco al suo servizio
e ben retribuiti per questo.
L'autonomia dei ricchi è quasi un fatto compiuto; scaturisce da quella
"Questione settentrionale" che negli ultimi trent'anni ha surclassato la
Questione meridionale, non solo per virtù della Lega Nord, ma anche per
l'ignavia della sinistra che ha rincorso i leghisti sul loro terreno,
svendendo e cedendo i diritti di un Sud sempre più distante. Basti
citare la riforma Bassanini del 1999 sul federalismo amministrativo, che
blindava le diseguaglianze tra aree del Paese. E non è un caso se
l'accozzaglia dei "governatori" nordisti schierati per l'autonomia
differenziata ha visto in prima fila anche elementi come
l'emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini, oggi numero due del PD.
Il Sud e la Sicilia ne usciranno con le ossa rotte in tutti i principali
settori in cui già vantano record negativi assoluti e incolmabili:
sanità, servizi sociali, infrastrutture e trasporti (la Sicilia ha 472
corse di treni giornalieri contro i 2.173 della Lombardia), istruzione,
lavoro (in Sicilia solo il 30% delle donne ha un'occupazione
riconosciuta, contro una media del Nord Italia che è di circa il doppio).
Ci hanno detto che parallelamente verranno attuati i LEP (Livelli
essenziali di prestazione) per quantificare le reali necessità in ambito
sociale dei territori, e qualcuno, tra i progressisti, li ha barattati
come la condizione per il via libera all'autonomia differenziata. Ma di
quali livelli essenziali siamo parlando se non c'è stato un
provvedimento, dicasi uno, che abbia influito sullo spopolamento delle
regioni meridionali e sull'emigrazione, soprattutto giovanile; sulla
deindustrializzazione (che sarebbe dovuta essere sostituita da bonifiche
e riconversioni); sul disastro della sanità, accumulatosi negli anni e
oramai irrecuperabile; sulla corruzione del sistema
politico-amministrativo. Per non parlare delle scellerate scelte di fare
del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare l'hub energetico
internazionale, ovvero la discarica delle multinazionali del fossile e
delle cosiddette rinnovabili. E potremmo continuare, anche parlando
delle ZES (Zone Economiche Speciali), mai decollate, o appena in
procinto di farlo in pochissime realtà (si tratta della creazione di
ambiti per agevolare lo sviluppo di imprese a particolari condizioni di
favore). Ci sarebbero tante cose da dire nel merito, ma per adesso ci
limitiamo a constatare come il governo Meloni abbia appena modificato le
ZES decentrate costituendo una ZES unica per tutto il Mezzogiorno,
compiendo un atto di mera centralizzazione politica sotto l'egida della
presidenza del consiglio, finalizzato al controllo dell'elargizione di
fondi nei vari territori. Un atto coerente con la vocazione totalitaria
della coalizione fascio-leghista, nonché da leggere in un'ottica
clientelare.
Dovremmo rubare le parole ad un comico (siciliano) come Fiorello, che
nel commentare l'autonomia differenziata, ha aggiunto: "differenziata?
quindi la Sicilia la gettiamo nell'umido". Perché nella spazzatura più
maleodorante finiranno le regioni differenziate, cioè discriminate,
trattate differentemente, ovvero nel solco secolare del colonialismo
tricolore.
Torniamo a dirlo: non ci fidiamo della classe politica e non lo faremo
mai; questa gente non fa parte del nostro campo. Di recente il Movimento
Trinacria ha criticato il Ministro Nello Musumeci perché ha negato al
governatore dell'isola Schifoso lo stato di emergenza nazionale per gli
incendi della scorsa estate, che hanno causato ingenti danni e anche
morti (ma a fine mese il governo ha concesso un risicato contributo di 6
milioni sui 300 richiesti, suscitando la soddisfazione sia di Musumeci
che dello Schifoso); i ragazzi di Trinacria hanno definito Musumeci non
un vero siciliano, ma un traditore. Ecco qua l'errore anche ideologico
che si fa: quando un politico viene definito traditore si lascia
intendere che prima di quel momento o di quell'atto in lui erano riposte
speranze ed attese; cioè era considerato "dei nostri", ma poi ha
tradito. Perché chi tradisce prima è stato dalla tua parte. Noi la
pensiamo diversamente: Musumeci, Schifani lo Schifoso e tutti i loro
compari non sono traditori, perché sono sempre stati nel campo avverso,
dalla parte dei potenti e dei succhiasangue, e nel nostro progetto di
cambiamento non c'è mai stato né mai ci sarà un briciolo di spazio per
questa gentaglia, per la classe dei pre-potenti, dei mafiosi, dei
ricchi. Anche se sono nati e vissuti in Sicilia, non sono siciliani, ma
nemici eterni del popolo siciliano, che è composto da chi vive in questa
terra, anche se vi è arrivato solo ieri; da chi in questa terra suda e
fatica; da chi la ama e la desidera libera da basi militari, industrie
tossiche, ipoteche energetiche, mafie e colonialismi. Questo è il nostro
campo, quello che deve difendere, oggi e subito, questa terra dai nuovi
assalti del colonialismo di sempre.
Pippo Gurrieri
http://sicilialibertaria.it
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