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(it) Italy, Sicilia Libertaria: La repubblica dei manganelli (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Tue, 19 Mar 2024 08:06:54 +0200


Le violenze degli ultimi giorni contro gli studenti hanno prodotto abbondanti reazioni da parte della cosiddetta opposizione e persino il presidente pare sia inorridito, non quanto il cantautore Vecchioni che si è messo a piangere in diretta televisiva. Molti si accorgono solo ora che qualcosa è cambiato nelle reazioni delle forze del (dis)ordine in uniforme, non essendosi prima accorti dell'aumento della violenza contro i detenuti o i migranti, rinchiusi anch'essi in centri che ufficialmente non sono di reclusione! Per chi è stato a manifestare in piazza negli ultimi decenni, e penso a Genova ma anche alle proteste contro le basi americane e il MUOS, sa benissimo che, non importa il colore del governo di turno, la reazione dello stato è sempre stata violenta. In effetti, i manganelli sembrano non avere colore politico, anzi ne hanno uno di sicuro: il nero.

Ma è anche vero che l'ideologia esplicitamente autoritaria di questa destra estrema che è ha preso il potere in Italia, tallonando la grande onda reazionaria che avanza sul mondo occidentale, sembra provenire dai sotterranei della storia, riproponendo una relazione fra potere e popolazione non mediato da illusioni filtro, come i concetti di "democrazia del popolo" o di "diritti umani". Lo stesso concetto di potere messo in gioco deve più a Weber che a Orwell o Foucault, riapparendo così la nuda realtà delle relazioni, homo homini lupus, la conclusione di Plauto, rinnovata nel secolo diciassettesimo da Hobbes. Infatti, a ben vedere, questo governo preferisce gli apparati repressivi dello stato a quelli ideologici, anche se tenta di occupare questi ultimi con una frenesia e volgarità mai vista prima: radio, televisioni, teatri, premi letterari, scuole... In quest'ultimo caso, l'infiltrazione non sembra molto riuscita dato che, come si è visto, al confronto delle idee, questa destra preferisce i manganelli. Forse dovremmo ringraziare questa ignoranza su come si "convince" la gente a stare sottomessa, questa scarsa sofisticazione; non capire, e meno male, che i ragazzini occorre condizionarli ad obbedire, non reprimerli a colpi in testa, ottenendo l'effetto contrario. Non sanno che i sistemi repressivi diretti non servono a mantenere il potere nella media e lunga durata, come Pinochet e il loro stesso Mussolini hanno sperimentato sulla loro pelle.

Ma nella loro confusione fra strategia e tattica, non gli resta che parlicchiare, affermare una cosa e poi contraddirsi il giorno dopo, ma con un filo rosso che lega i loro discorsi, più nella forma che nel contenuto: dal loro luogo di enunciazione, il potere appena conquistato, possono affermare quello che vogliono, senza paura delle contraddizioni, dato che quel che conta è precisamente il fatto che il coltello dalla parte del manico lo hanno loro. E se ancora esistono altri poteri statali non allineati, allora occorre occuparli ed eliminare le sacche di resistenza, vedi la polemica sulla polizia violenta con il capo dello stato o la tradizionale lotta contra i giudici; e pazienza se i loro accoliti giornalisti non riescono a giustificare le loro azioni, per incapacità o pagamento (guardate come farfugliano, come il loro corpo si agita e le smorfie facciali dei vari Bocchini, Secchi o la diversamente abile Bollori, quando blaterano dalla Gruber o da Floris!). Per non parlare di Salvini, già ridotto a macchietta, ma la Meloni in questo gli va dietro, e alla fine un risultato l'ottengono: hanno sdoganando la violenza, sia simbolica che materiale, non solo dello stato per controllare la maggioranza subalterna, che a proposito mantengono povera, ma anche come metodo per risolvere i conflitti fra i privati, vedi la difesa del gioielliere killer che rincorre i ladri in strada e ne fredda uno, giustificato da Salvini e da tutta la sua banda. Trump docet in questo ampliamento della prerogativa delle armi dallo stato alla popolazione, naturalmente quelli che amano le armi, tutti uomini, che alle donne le armi sembrano repellere (e occorrerebbe riflettere su questo "strano" fenomeno).

Ma da quale stercorario è venuta fuori questa gente? Quando fra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta gridavamo per le strade "Fascisti carogne, tornate nelle fogne", eravamo ingenui e un po' ciechi. Anche se alcuni si infognarono o emigrarono in America Latina (coi soldi rubati), una minoranza formò gruppi sovversivi neri (non dimentichiamo la stazione di Bologna), mentre la maggioranza si travestì. Ovvero: la bassa e media burocrazia restò al suo posto e politicamente si dette una ripulita ed entrò nel Movimento Sociale Italiano, mentre altri, tanti, entrarono nella DC. I cospirativi costituirono la P2, massoneria segreta; e i violenti entrarono o rimasero nell'esercito, dove continuarono la loro propaganda fascista e la cooptazione di nuove generazioni, integrati a tutti i livelli della struttura militare (anche formando cellule segrete trasversali). Se no, da dove credete che sia venuto fuori Vannacci?

Cosa succederà? Di tanto parlare del pericolo di ritorno del fascismo, ci si dimentica che la storia, direbbe Marx, la prima volta si presenta come tragedia e la seconda come farsa, il che dovrebbe tranquillizzare, se non fosse che nel frattempo aumentano le sofferenze e si restringono sempre più gli spazi di libertà. La via per immaginare gli sbocchi di quello che progressivamente la destra sta operando in Italia passa per una distinzione fondamentale, che già Umberto Eco aveva indicato: bisogna distinguere il fascismo storico da quello ideologico, anche se questo si ispira a quello (Eco parlava di Ur-fascismo). Sembra l'uovo di Colombo, ma non è così: qualunque ideologia, per funzionare ha bisogno di indicizzarsi, cioè adeguarsi, al contesto sociale e culturale in cui vuole operare. Per cui, mettiamo da parte i nostalgici bracci alzati, che non sono altro che folklore a basso prezzo e miriamo invece alle relazioni di forza, alle forme, che già si stanno conformando in termini autoritari, facendo entrare in scena, per esempio, i movimenti dei grandi capitali (vedi il ricatto della Fiat); e pensiamo al controllo digitale della popolazione che prefigura quella società che Foucault definiva "disciplinata". E poi, dentro quelle forme, mettiamo i contenuti: identità locali forti, mascolinamente orientate; contrapposizione fra il "noialtri" buoni e gli "altri" cattivi, esterni o interni alla nostra stessa società, muri come frontiere e autarchia, e così via... Già la Scuola di Francoforte, cent'anni fa, aveva introdotto il concetto di "personalità autoritaria", che costituì il terreno fertile per l'emersione del fascismo storico. Ma la cosa più interessante che quei sociologi scoprirono fu che questo tipo di personalità poteva essere trasversale, politicamente parlando.

Ritorno a Pisa e a quei ragazzini che con i loro zainetti si son visti manganellare dalla polizia. Se ne staranno zitti, spaventati, o ritorneranno rinforzati nelle piazze? E i loro genitori, che dicono? Li accompagneranno o li butteranno fuori di casa? Ripenso alla Morante, col suo Il mondo salvato dai ragazzini: "Frattanto, badate a confondere ogni allegra tentazione delle nostre povere menti coi tristissimi vostri rumori e così vi rifate una base per i vostri bei tempi. Nella solita ennesima persuasione che il sistema funzionerà, stavolta l'imbroglio vi riuscirà, il vostro regno triste finalmente verrà. Sarà. Ma state attenti signori, attenti alle sorprese".

Emanuele Amodio

http://sicilialibertaria.it
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