27 Dicembre 1997 POLEMICHE
Pio Espresso
CLAUDIO TOGNONATO
Nel numero in edicola di "L'Espresso" tra "Il Bene e il Male nel '97" merita una pagina il cardinale Pio Laghi, ex nunzio apostolico nell'Argentina dei "desaparecidos" e ora prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica in Vaticano. Il settimanale però non condanna, come ci saremmo augurati, la figura del prelato e per salvare la sua immagine rende una serie di informazioni spudoratamente false. Secondo "L'Espresso" "il cardinale riuscì a mettere in salvo un migliaio di perseguitati..." e "fu censurato e subì minacce di morte...". Perché mai le Madri di Plaza de Mayo, le organizzazioni di diritti umani e i principali organi di stampa dell'Argentina hanno condannato in modo unanime l'atteggiamento del Vaticano e del suo rappresentante? Non si rendevano conto che il suo agire aveva salvato "un migliaio" di persone da essere gettati nudi in mezzo al mare? Si dà però il caso che l'ambasciatore del papa davanti alla dittatura fosse diventato grande amico dei capi della Giunta militare, e in particolare dell'ammiraglio Massera. Purtroppo, di testimoni i militari argentini ne hanno lasciti pochi, ma proprio uno di loro ha dichiarato di aver visto il prelato nel campo di concentramento dove era sequestrato, una visita per esaminare in prima persona l'andamento di quella grande crociata in difesa dei principi "occidentali e cristiani" . L'amicizia con Massera fu anche segnata dalle tristemente celebri partite a tennis che all'epoca, servivano per distrarre i funzionari dalle loro attività. Ma il compito a cui più ci teneva il suo amico Massera era la direzione del campo di concentramento dell'Esma da dove sono partiti tutti i mercoledì, per ben due anni, aerei carichi di prigionieri che una volta narcotizzati venivano gettati nudi in mezzo all'oceano. Questa è stata la fine per migliaia di "desaparecidos" e proprio in questo campo di concentramento in più occasioni è stata vista entrare la macchina ufficiale del cardiale.
Alle accuse Laghi si è difeso sostenendo una posizione contraddittoria: prima ha detto di avere fatto "tutto il possibile per salvare vite umane" sottraendole dai campi di concentramento del regime, poi, ad un quotidiano di Buenos Aires, ha dichiarato di "non sapere cosa stesse accadendo" nel paese in quell'epoca. I fatti dimostrano però che l'ex Nunzio apostolico fosse bene al corrente di quanto accadeva ai "desaparecidos". Altrimenti non avrebbe potuto interferire, come ha fatto, per salvarne alcuni.
Pio Laghi era consapevole che migliaia di persone si trovavano rinchiuse in condizioni a dir poco inumane, senza nessuna garanzia né processo, sapeva che in questi luoghi veniva applicata in modo sistematico la tortura e che i prigionieri che sopravvivevano erano trucidati senza nessuna pietà. La sua azione si limitò a risparmiare dall'inferno qualche figlio di amici, sicuramente troppo poco.
"L'Espresso" offre il suo regalo natalizio a base di menzogne ma tra "Il bene e il male del '97" il cardinale Pio Laghi resta saldamente al suo posto. Dalla parte dei carnefici.
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