28 Novembre 1997
QUOTE LATTE
Violenza in Val Padana
La polizia carica gli allevatori che tentano di occupare l'autostrada usando il liquame come arma. Oggi il decreto sulle euromulte
ALESSANDRA BARBERIS - ROMA
U NA BATTAGLIA vera e propria si è scatenata ieri sulle quote latte. Lo scontro fisico tra polizia e allevatori ha dominato la giornata, travalicando decisamente il merito della questione. L'uso dei liquami di stalla come arma da parte degli allevatori ha fatto traboccare il vaso, ed è esplosa una violenza che forse covava da lungo tempo in Pianura padana, e che aspettava solo un evento simbolico - quale appunto quello del letame in faccia - per scatenarsi senza freni.
Teatro della battaglia è stato Vancimuglio, in provincia di Vicenza. Gli agricoltori avevano da giorni organizzato un presidio ai lati dell'autostrada A4, schierando le autobotti piene di liquame (di solito pacificamente usate per l'aspersione di questo concime sui campi) e i trattori. Qui, nei pressi del casello di svincolo a Crisignano di Zocco, polizia e carabinieri hanno caricato i dimostranti dopo che essi avevano inondato di liquame la carreggiata. La carica è partita quando i manifestanti hanno cercato di occupare a piedi le corsie. Gli agenti hanno sparato lacrimogeni, distribuito manganellate e usato i calci del fucile. La carica è proseguita anche all'interno dell'accampamento, fin dentro il tendone innalzato dagli allevatori, dove si trovavano alcune donne. Anche gli operatori della televisione hanno fatto le spese della violenza. Un deputato della Lega nord, Luigino Vascon, ha denunciato l'utilizzo di proiettili di gomma. Gli agricoltori da parte loro hanno inondato abbondantemente di letame le forze dell'ordine. Sono volati anche pezzi di legno.
Il bilancio dello scontro dovrebbe essere di alcuni feriti livei, tra i quali anche un giornalista del Gazzettino. Gli allevatori però hanno segnalato la scomparsa di cinque loro compagni, caricati sui mezzi della polizia. In serata, secondo i rappresentanti dei Cobas del latte, solo uno di loro era stato rintracciato i una questura.
Alla dura condanna degli agricoltori per i trattamenti subiti fa da contraltare quella del sindacato della polizia. Secondo il Siulp è in corso un "attentato alla convivenza civile", e nel comportamento dei Cobas del latte si ravvisano ipotesi di reato.
La giornata di ieri è stata invece abbastanza tranquilla a Ciliverghe, nel bresciano, dove il presidio riguarda la linea ferroviaria e dove alcuni giorni fa c'era stato il primo scontro con uso dell'arma "ecologica". I treni nel pomeriggio sono stati costretti a rallentare a causa di un incendio (è stato appiccato il fuoco a una catasta di vecchi pneumatici).
A Roma i tumulti padani cominciano ad avere una certa risonanza. Il mondo politico si accorge che la protesta degli allevatori a difesa dei propri interessi economici sta assumendo significati più generali.Mentre il presidente della repubblica invita alla calma, chiedendo di risolvere la situazione "senza escandescenze", le forze politiche scendono in campo. La destra e la Lega erano già saltate a cavallo della fronda degli allevatori nei giorni scorsi. Ieri Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha colto l'occasione di una giornata drammatica per improvvisare un comizio di fronte a Montecitorio, dove la Coldiretti teneva un presidio. Il Cavaliere ha imbracciato un megafono ed ha arringato il pubblico con un discorso contro le tasse. A chi suggeriva di chiedere le dimissioni del ministro dell'agricoltura, Berlusconi ha detto: "Via quel ministro, questa maggioranza ne mette un altro uguale".
Il leader della Lega Umberto Bossi nel pomeriggio si è invece calato tra il "suo" popolo, andando personalmente a Vancimuglio a esprimere solidarietà agli allevatori e a chiedere spiegazioni al questore. "Polizia totalitaria", denuncia la Lega.
Il segretario del Pds Massimo D'Alema, che nel pomeriggio aveva incontrato anch'egli i rappresentanti della Coldiretti in piazza Montecitorio, in serata ha criticato il comportamento aggressivo della polizia. Alla camera invece la notizia delle cariche ha arroventato l'aula. Di fronte alle richieste di An, del Polo e della Lega perché il governo riferisse subito sui fatti, il capogruppo della Sinistra democratica Fabio Mussi ha risposto di ritenere giusta la convocazione del governo, ma ha proposto di spostarla al senato per non intralciare l'esame del decreto sull'Iva, già rallentato dall'ostruzionismo delle destre. Si è scatenata la polemica. Romano Prodi ha poi deciso di recarsi alla camera ieri sera in seduta notturna.
Il governo sta cercando di correre ai ripari. Dopo avere perso il veicolo rapido di un emendamento al disegno di legge sull'Aima (la Lega e il Polo hanno negato l'assenso alla sede deliberante), oggi stesso varerà un decreto, un provvedimento "che risolve il problema delle quote latte", a detta del presidente del consiglio. Il coordinatore dei Cobas del latte Giovanni Robusti ha assicurato da parte degli allevatori una giornata di tregua. Una tregua armata, anche se "ecologicamente".
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