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(it) Sicilia Libertaria 2-24: La finzione incendiaria di Stromboli (ca, de, en, pt, tr) [traduzione automatica]

Date Thu, 14 Mar 2024 09:22:32 +0200


Non tutto è marketing, è ancora possibile respingere la dittatura della turistificazione, alla lunga gli inganni del linguaggio vengono svelati: sono le possibili lezioni che l'incredibile vicenda di Stromboli ci consegna. Per tracciarne una riflessione, però, bisogna fare un passo indietro. ---- Nella notte tra il 25 e il 26 maggio scorso un incendio devasta l'isola di Stromboli, mandando in fumo oltre cinque ettari di macchia mediterranea. A bruciare sono soprattutto i fianchi del vulcano dell'arcipelago delle Eolie ma le fiamme arrivano a lambire comunque le abitazioni. La stagione estiva non è ancora cominciata, anche se già i primi turisti si fanno vedere. Pure loro danno una mano alla quarantina di abitanti che, spiazzati da quell'improvviso rogo che ci mette poco a divampare dato il forte vento di scirocco di quei giorni, vivono in maniera stabile a Stromboli. La solita domanda sull'origine dell'incendio, doloso o colposo, si spegne quasi immediatamente. Le responsabilità vengono additate al set di una fiction sulla Protezione Civile, che si sta girando proprio in quei giorni sull'isola.

Prodotta e realizzata dalla società "11 Marzo Produzione Film", è in realtà una fiction Rai: l'azienda, infatti, da tempo sceglie di appaltare l'intera realizzazione dei propri prodotti, con la scusa del contenimento dei costi, rinunciando in realtà in questo modo al proprio ruolo di "servizio pubblico" e limitandosi ad acquisire format e sceneggiati già pronti come una qualsiasi emittente privata. Si scopre che era stata la troupe della fiction ad accendere un fuoco, dicevano che avrebbero simulato un piccolo rogo per esigenze di scena, ma ovviamente non essendo capaci la situazione gli è sfuggita di mano. Pare che manco avessero le autorizzazioni necessarie e che non fossero presenti neppure i veri vigili del fuoco, ma non è questo quel che importa.

Passano pochi mesi, la vegetazione a Stromboli continua a latitare, c'è chi fa notare che l'assenza di alberi e piante si farà sentire alle prime piogge. È quel che puntualmente accade nell'agosto dello stesso anno, quando al temporale segue l'alluvione che rimette in ginocchio Stromboli. E, ancora volta, solo con lo sforzo di chi vive sull'isola si riescono a liberare le strade e le case dal fango. Nel frattempo la procura di Barcellona Pozzo di Gotto apre un'inchiesta che vede indagate 11 persone, quasi tutte con l'accusa di disastro ambientale colposo, mentre per gli amministratori locali si aggiunge pure la presunta omissione d'atti d'ufficio, per non aver avviato i lavori per la messa in sicurezza dell'isola. Perché al di là degli accertamenti giudiziari, che qui ci interessano poco, resta il fatto che tutta la Sicilia è largamente impreparata a qualsiasi evento meteorologico estremo.

A Stromboli, intanto, il Comune attesta che tra incendio e alluvione ci sono almeno 70 milioni di euro di danni. Chi paga? La Rai se ne lava le mani per un anno e mezzo, spiegando che "non è in alcun modo intervenuta nella fase esecutiva delle riprese, che si è svolta ad esclusivo carico della società produttrice". A metà dicembre 2023, però, Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, tira fuori dal cilindro una bella minchiata: proiettare la prima puntata della fiction, che nel frattempo è stata tranquillamente completata, proprio a Stromboli. In quello che dovrebbe essere "un evento-anteprima che possa coinvolgere l'intera comunità dell'isola ricostruendo il rapporto tra il servizio pubblico e la comunità", promettendo inoltre di garantire più "spazio e risalto nei nostri palinsesti al sole, al mare, ai profumi di Stromboli". Una proposta che risulta offensiva, di fronte a persone e luoghi che hanno perso molto, e che per fortuna viene respinta anche dall'amministrazione locale. "Fatevi risentire solo quando avrete una seria proposta di risarcimento dei danni subìti dall'isola" dice il sindaco Riccardo Gullo.

Il passaggio finale di questa vicenda, almeno per ora, lo consegna l'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio in un'audizione parlamentare. Sergio nega la proiezione della fiction pure sui canali Rai, almeno fino a quando ci sarà un procedimento in corso, e si limita ad aggiungere che "la Rai è stata vicina alla cittadinanza, vuole proseguire il percorso di conoscenza e valorizzazione dei luoghi ed è disponibile a valutare ogni forma di collaborazione con il sindaco e gli abitanti di Stromboli".

Di tutta questa vicenda ciò che più mi ha colpito è il mondo di finzione in cui da tempo vive il potere. Come si può continuare a cianciare di "comunità" di fronte a un enorme danno provocato dalla solita logica estrattivista per cui ogni posto viene mercificato, ridotto a paesaggio da cartolina da esibire sugli schermi? Dove ogni luogo diventa una location e pure la vita lenta si trasforma in una tendenza sui social, si riesce a concepire una fiction persino sulla protezione civile, perché pure il più noioso degli enti governativi va promosso attraverso banalizzazioni di messaggi e storielle sentimentali, e invece di approfondire e analizzare la pervasività e le storture di un sistema opprimente meglio la riproposizione finta di una fiction da guardare tutti insieme, distrutti e distruttori, uniti dalla bellezza sfolgorante di Stromboli e della Sicilia intera, vuoi mettere il mare e le granite?

La dignità con la quale gli abitanti di Stromboli hanno finora respinto l'ennesima narrazione stereotipata e falsa deve essere il punto di partenza di una riappropriazione dal basso da parte di chi vive i territori. Così come deve essere chiaro che chi ci specula sopra, come dimostra il caso della Rai, non solo fugge dalle responsabilità ma prova pure a far diventare il danno un'ulteriore occasione di profitto. La finzione brucia, bruciamo la finzione.

Andrea Turco

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